Il cemento, materiale simbolo dell’architettura del XX secolo, è diventato leggero. Abbandonata l’armatura, anche concettuale, che lo relegava alle sfere dell’edilizia e delle costruzioni, il materiale rude per eccellenza sta vivendo in questi anni una seconda giovinezza, più gentile. Dapprima sottoforma di resina cementizia, ha fatto il suo ingresso nel mondo dei rivestimenti: pavimenti e pareti si sono così trasformati in superfici uniche, prive di fughe, ricoperte da strati sottilissimi di resina, talmente sottili da poter essere posate direttamente sul fondo esistente, senza la necessità di smantellare il precedente rivestimento. Il passo verso il complemento d’arredo è stata la naturale evoluzione di questo progressivo “addomesticamento”. Il nuovo cemento, alleggerito con l’aggiunta di sabbia e fibre di vetro, può essere utilizzato per costruire piccoli oggetti ma anche tavoli, consolle, lampade e sedute che sarebbe stato impensabile progettare utilizzando la versione standard. Piace ai designer per la sua natura ambivalente: è solido, resistente ma allo stesso tempo si rivela duttile e personalizzabile con l’aggiunta di polveri metalliche o colorazioni in pasta. Infine, l’aspetto grezzo, volutamente “non finito” che conferisce a certi arredi, con angoli smussati e piccole imperfezioni superficiali, ne aumenta il fascino.
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